Bilancio consuntivo 2018

1/2019 GENNAIO - APRILE

di Cinzia Carissimi

Il Bilancio Consuntivo è sempre un momento estremamente significativo per la vita dell’Ente perché consente di avere un “termometro convenzionale” della gestione trascorsa nei precedenti dodici mesi, termometro che tradizionalmente si sintetizza nella misurazione del risultato di esercizio.

Un Bilancio Consuntivo che si integra con la lettura del “Bilancio tecnico” e del “Bilancio sociale”, per avere a

360 gradi la conoscenza del recente  passato in prospettiva futura e che è sempre più complesso nella sua articolazione.

L’avanzo del 2018 è stato pari a 734,6 milioni di euro a fronte di un patrimonio netto di 11.894,2 milioni di euro.

Come ricordato anche nel commento del precedente bilancio, l’avanzo sia che sia estremamente positivo che leggermente in controtendenza va sempre interpretato alla luce dei fenomeni che lo hanno influenzato per avere un parametro  di confrontabilità sufficientemente omogeneo.

2016

1.011

mln

2017

915

mln

2018

735

mln

 

Infatti osservando il trend dell’ultimo triennio

 

è palese il decremento:

         del 27% rispetto al 2016

         del 20% rispetto al 2017

e ciò potrebbe  far insorgere il dubbio che la gestione sia in peggioramento, ma in realtà non è così.

Solo “entrando”  nel cuore del bilancio è possibile comprendere  se il trend  è effettivamente decrescente come sembra o vi siano stati dei fenomeni temporanei che a diverso titolo ne hanno influenzato il risultato. Come fu ad esempio nel 2016 quando, per effetto dell’applicazione del nuovo Regolamento dell’Assistenza, si diede seguito allo smobilizzo del “Fondo straordinario di intervento” per circa 179 mln di euro con un impatto sul conto economico, previa costituzione dei fondi previsti all’art.22 del Regolamento citato, di 135 mln di euro in aumento dell’avanzo. Diversamente, il risultato sarebbe stato di 876 mln.

Nel 2018 colpisce, all’interno del conto economico, lo zero dei “contributi minimi integrativi” a fronte di un importo superiore ai 102 milioni di euro dell’anno precedente. Infatti per il quinquennio 2018-2022 come deliberato dal Comitato dei Delegati del 29-9-2017 è stato abolito temporaneamente il contributo minimo integrativo restando  dovuto il contributo integrativo del 4% dell’effettivo volume d’affari IVA dichiarato, pagato direttamente in sede di autoliquidazione (Mod.5 2019 con competenza 2018). La scelta effettuata ha comportato un risparmio per gli iscritti che producono un volume d’affari inferiore ad euro 17.750,00 ed uno spostamento temporale dell’accertamento del dovuto per tutti gli altri iscritti al 2019 creando, a livello di bilancio, uno sfasamento di 12 mesi nella rilevazione dei ricavi di circa 80-90 milioni di euro .

Altra voce che colpisce nel 2018 è lo zero posto tra i proventi straordinari alla voce “Plusvalenze” a fronte dei

31 milioni di euro dello scorso anno. La motivazione va ricercata nell’eccezionalità della sua origine ovvero la conversione del valore attribuito alle quote  possedute  dall’Ente relative al Fondo F2i primo soggetto  di fusione per incorporazione nel terzo fondo che ha dato luogo all’iscrizione della plusvalenza per effetto della valutazione a fair value del patrimonio apportato dal primo fondo al terzo.

Già  da  queste  due  annotazioni  si  comprende   il  forte  condizionamento  dell’avanzo  per  effetto  della diminuzione dei ricavi che prescindono da un andamento negativo della gestione, condizionamento peraltro che ha coinvolto anche la sfera dei costi aumentandoli significativamente, ma non a livello di spese, ma di accantonamenti nei diversi fondi.

Significativo il confronto della voce “ammortamenti-svalutazioni-altri accantonamenti” passato da 63 milioni del 2017  a  106  milioni  con  un  incremento di  44 milioni  di  euro.  Solo  l’accantonamento del “Fondo svalutazione crediti” ha registrato un incremento di 20 milioni rispetto all’anno precedente passando da 30 a 50 milioni di euro in virtù dell’ottica prudenziale di voler considerare gli eventuali effetti delle sanzioni e penali inerenti la rottamazione. Incrementi significativi anche per l’accantonamento inerente il fondo delle “pensioni  teoricamente  maturate salvo  verifica  di  effettività”  con  14  milioni  in  più  rispetto  all’anno precedente per  effetto  dell’incremento della base  di calcolo  di coloro che hanno  maturato  il  diritto a pensione e significativo risulta anche l’incremento per l’accantonamento al fondo per le “spese liti in corso” con un innalzamento di oltre 4 milioni di euro rispetto all’anno precedente in ossequio al dispositivo del CDA dell’8.02.2018 che ha rivisto gli stanziamenti minimi e tutte le posizioni esistenti con una disamina dettagliata di tutti gli incarichi esistenti.

Ai 44 milioni in più dei diversi accantonamenti si sommano anche i 42 milioni di incremento rispetto al 2017 delle “rettifiche di valori” che si ricorda essere l’accantonamento al “Fondo oscillazione titoli” per l’adeguamento del portafoglio all’andamento di mercato secondo i parametri contabili.

Pleonastico sottolinearlo ma gli accantonamenti ai Fondi non costituiscono un’uscita finanziaria dell’ente ma solo un’appostazione prudenziale a tutela e rettifica delle voci esposte nell’attivo patrimoniale. Prescindendo dalle altre variazioni gestionali che hanno influenzato il risultato, si comprende da quanto sopra che l’attività non ha rilevato fenomeni che hanno cagionato problemi reali ma solo adeguamenti a fenomeni di carattere  episodico.

Rimanendo nell’analisi del conto economico sui “costi della sede” se è vero che si sono incrementati del 2,9% passando da 27,9 milioni di euro a 28,7 milioni di euro è pur vero che tale dinamica è ascrivibile principalmente alla voce “prestazioni di terzi” (passata dallo 0,2 mln di euro a 0,9 milioni di euro) per effetto dei costi dell’esternalizzazione del call center dell’Ente.

A ben vedere anche sui costi della sede in realtà è continuata la politica di contenimento,  infatti analizzando in allegato al bilancio  il dettaglio dei “costi intermedi” definiti tale dall’applicazione dell’art.1 comma 417 della L.147/2013 modificato dall’art.50 del DL66/2014 si può verificare che rispetto al preventivo assestato

2018, la Cassa ha diminuito del 20% il totale dei costi comprimibili.

Per avere una panoramica delle principali attività che hanno impattato sul bilancio di esercizio, come di consueto, si sintetizza a seguire la “Relazione sulla gestione” nei suoi passaggi salienti.

L’esercizio 2018 è stato caratterizzato da una eccezionale produzione regolamentare portata a compimento dal Comitato dei Delegati in scadenza con il 31 dicembre 2018. In particolare va segnalato lo storico obiettivo, più volte sollecitato dai Ministeri Vigilanti, dell’approvazione del Regolamento Unico della Previdenza, che ha incorporato in un unico testo ben 10 regolamenti, al fine di ricondurre ad unità le disposizioni vigenti in materia di contributi e prestazioni. A questo  va aggiunto l’importante regolamento per la disciplina delle società tra  Avvocati, in attuazione della delega di cui all’art. 4bis della legge 31/12/2012, n. 247 come integrato dall’art. 1, comma 443 della legge 27/12/2017, n. 205.

Merita una segnalazione anche  il regolamento per le prestazioni previdenziali in regime di cumulo, che integra le disposizioni legislative in materia con particolare riferimento alle regole di calcolo delle quote di pensione di competenza di Cassa Forense.

I due regolamenti da ultimo citati dovranno, poi, confluire anch’essi nel regolamento unico della Previdenza, una volta intervenuta l’approvazione Ministeriale, ai sensi dell’art.3, comma 2 del D. Lgs. 509/94.

Occorre, infine, dare atto della presentazione (gennaio 2019) da parte dell’attuario incaricato, del bilancio tecnico al 31/12/2017, che attesta  la sostenibilità dell’Ente oltre l’orizzonte trentennale previsto dalla legge. Rimanendo in ambito statistico, si segnala che la popolazione degli iscritti alla Cassa al 31/12/2018, ha superato  le 243.000 unità, ma l’incontrollato aumento  del numero degli avvocati iscritti agli Albi Forensi  è fenomeno che sembra ormai appartenere al passato. Il tasso medio annuo di crescita degli avvocati italiani dell’ultimo quadriennio mostra valori estremamente contenuti e comunque inferiori al 2% (0,3% nell’ultimo anno), niente a che vedere con i livelli dell’8-10% registrati nei primi anni 2000

La quota di rappresentanza femminile nella professione forense è fortemente lievitata negli ultimi decenni passando dal 21% del 1995 al 36% del 2005 fino al 48% del 2018 (vedi grafico seguente).

Circoscrivendo l’analisi ai soli iscritti non pensionati nel 2018 si raggiunge la quasi parità tra i due sessi. Analizzando la distribuzione territoriale degli iscritti alla Cassa al 31/12/2018, emerge che in molte regioni del centro-nord il numero di donne avvocato ha già superato il numero dei colleghi uomini.

Anche l’analisi dello scenario reddituale degli avvocati è importante non solo dal punto di vista previdenziale, ma è utile per individuare il livello di sviluppo economico della professione e la sua affermazione sul mercato.

Può essere interessante al momento approfondire come il reddito degli avvocati sia variato non solo nel suo valore medio ma anche in relazione alle caratteristiche demografiche del dichiarante ovvero alla dislocazione territoriale in cui si svolge l’attività professionale.

Sicuramente la femminilizzazione della professione osservata negli ultimi anni, per quanto rilevato sopra, ha reso ancor più evidente la progressiva riduzione del reddito mediamente prodotto  dall’avvocatura come si evince dalla tabella che segue.

L’insieme di questi dati induce gli Amministratori dell’Ente ad un costante monitoraggio tecnico-attuariale sulla sostenibilità del sistema.

 

Entrando nello specifico dell’area istituzionale a consuntivo, come su detto, il numero degli iscritti alla Cassa, alla fine del 2018, si è attestato su 243.233 unità, di cui n. 13.261 pensionati attivi. Tale numero  è da considerarsi stabilizzato in quanto si sono esauriti gli effetti delle norme transitorie previste dall’art. 12 del regolamento di  attuazione dell’art. 21, l.  247/2012 per  quanto  riguarda i  benefici previsti in  caso  di cancellazione dagli Albi entro i 90 giorni dalla comunicazione della delibera di iscrizione alla Cassa.

Si sono stabilizzati i tempi di liquidazione delle pensioni di vecchiaia, attestati, in media, a 63 giorni, con tempi più lunghi per le altre tipologie di pensione, soprattutto se condizionate dalla necessità di accertamenti sanitari (invalidità, inabilità).

La spesa complessiva per pensioni si è attestata, nel 2018, a circa 820 milioni di euro, con un incremento, rispetto allo scorso esercizio, di circa il 2,26%.

Il  numero  di  trattamenti  previdenziali  complessivamente  erogati  dalla  Cassa  è  passato  dai  28.351  al

31/12/2017, ai 28.913 al 31/12/2018 con un  incremento di circa  l’1,9%. Sul versante  contributivo da segnalare come in leggero aumento  il numero dei professionisti che inviano  il mod.5 (227.990 per l’anno

2018 contro  i 227.013 del  2017 - +0,43%), mentre  si registra  un aumento  (+3,14%) in valore  assoluto, dell’accertamento del gettito per autoliquidazione (1.026.347.731 per il 2018, a fronte di € 995.067.601 per l’anno 2017).

Il fenomeno,  che si allinea rispetto alla leggera ripresa dei redditi medi dell’Avvocatura, già illustrato in precedenza,  andrà attentamente monitorato per il futuro e potrebbe  essere  un segnale positivo per una ripresa economica della categoria. Nel valutare questo dato, va tenuto presente  che i professionisti tenuti a versare contributi soggettivi in sede di mod. 5/2018 sono stati circa 126.000 rispetto al totale degli iscritti. Per oltre la metà  degli iscritti alla Cassa, quindi, gli obblighi  contributivi, con riferimento al contributo soggettivo, si esauriscono con il versamento del solo contributo minimo.

In leggero aumento il gettito per il contributo minimo soggettivo accertato nel 2018 (€ 476.163.583) a fronte di  quello  accertato   per  il  2017  (€  463.931.705)  nonostante  le  numerose   agevolazioni  previste  dal regolamento ex art. 21, l.247/2012 e, in particolare, dal suo regime transitorio.

A tale proposito appare importante sottolineare come, a fronte dell’intera platea degli iscritti quelli che sono tenuti a pagare per intero i contributi minimi sono circa 138.000. Oltre 109.000 iscritti, infatti, nel 2018, hanno fruito delle numerose agevolazioni previste dal regolamento ex art. 21 e dalla normativa previgente (riduzione per i primi anni di iscrizione, esonero ex art. 10 e per i pensionati di vecchiaia, ecc…).

Per quanto riguarda il contributo minimo integrativo, viceversa, risulta totalmente azzerata la posta del 2017 a seguito dell’intervento regolamentare sopra ricordato. Gran parte dell’importo, tuttavia, sarà recuperato nel bilancio 2019, in sede di autoliquidazione, in misura corrispondente all’effettivo 4% riscosso dagli iscritti nei confronti dei clienti.

L’andamento degli incassi per  contributo modulare volontario, infine, registra un  discreto incremento rispetto all’anno precedente (circa 6,2 milioni di euro a fronte di 5,2 milioni di euro del 2017). Di conseguenza si incrementa il fondo all’uopo dedicato che ha raggiunto un importo complessivo di quasi 38 milioni di euro, comprensivo della capitalizzazione.

Si ricorda, infine, che dal 2014, è stato istituito il fondo di riserva di rischio previsto dall’art. 6, comma 1, del Regolamento delle prestazioni a garanzia del rendimento minimo dell’1,5% sul montante contributivo versato. Tale fondo ammonta,  al 31/12/2018, ad € 334.265,38. L’adesione al nuovo istituto ha, per ora, interessato circa 17.500 professionisti (circa il 7,6% degli iscritti, pensionati esclusi).

Nel corso del 2018 è proseguita l’attività di accertamento della regolarità dichiarativa e contributiva. Tale attività ha dato luogo anche alla formazione del ruolo di competenza dell’anno 2018, posto in riscossione nel mese di ottobre, che ha riguardato recuperi contributivi per quasi 26.484 professionisti, per un totale di circa

91 milioni di euro.

Per quanto riguarda i carichi pendenti a ruolo dal 2000 in poi (ruoli post riforma) ammontanti, al 31/12/2018, a circa 586 milioni di euro, va ricordato che la Legge di conversione n. 136/2018 del decreto  fiscale sulla rottamazione ter  ha ulteriormente fatto  slittare il  termine per  la presentazione delle comunicazioni di inesigibilità e, quindi, entro il 31/12/2026 verranno presentate le comunicazioni di inesigibilità relative ai ruoli

2016 e 2017 mentre  per quelli consegnati fino al 31 dicembre 2015, per singole annualità di consegna partendo  dalla più recente,  entro  il 31 dicembre successivo al 2026. Questo  significa che per  avere  le comunicazioni di inesigibilità del ruolo 2000, escludendo ulteriori proroghe, si dovrà attendere l’anno 2042. Per i discarichi  delle quote rottamate, a seguito della definizione agevolata, si dovrà attendere la fine del

2024, ovvero la conclusione dei versamenti rateali previsti dalla legge.

Per completezza di informazione si precisa che i residui a ruolo, non riscossi per  il periodo 2000/2018 ammontano,  come già detto,  a circa 586 milioni di euro, di cui circa 91 milioni di euro riferiti al solo ruolo

2018 e oltre 12 milioni di euro già in contenzioso.

Tale importo potrebbe  essere significativamente ridotto a seguito dell’adesione di parte degli iscritti alla c.d. “rottamazione dei ruoli” poi rinnovata con la c.d. “rottamazione bis” e “rottamazione ter”. Alla luce di tale normativa, le somme iscritte nei ruoli dal 2000 al 2017, potranno essere versate, dai soggetti interessati, con le  modalità  e  i  termini  previsti  dalla  legge,  previa  domanda  di adesione  alla procedura  di definizione

 

agevolata, da  formulare, entro  il  termine di legge, (fine aprile 2019) direttamente al Concessionario, assumendo l’impegno a rinunciare ad eventuali giudizi pendenti.

Tale normativa, pur non condivisibile nel metodo e nel merito, dovrebbe avere, in caso di adesione massiccia da parte degli iscritti, un effetto positivo sia sui crediti a ruolo, sia sulle cause in carico presso l’Ufficio del contenzioso legale. Effetti positivi che si riverbereranno sui prossimi bilanci.

I residui non riscossi relativi al periodo 1986/1999, già interamente in contenzioso, ammontano invece a circa

14,9 milioni di euro.

Gli ulteriori provvedimenti in materia di carichi iscritti a ruolo, recentemente introdotti dal legislatore (art. 4

D.L. 119/2018 relativo alle cartelle sotto i mille euro e art. 1, comma 185 e ss. legge 145/2018, relativo al c.d. “saldo e stralcio”) si ritiene non possano essere  applicabili a Cassa Forense sia pure per motivi diversi. Il Consiglio di Amministrazione ha, infatti, deliberato che l’art. 4 del D.L. 119/2018 non riguardi Cassa Forense con riferimento all’ambito soggettivo di riferimento della norma, mentre il comma 185 dell’art. 1, della legge

145/2018, pur riguardando espressamente le Casse professionali, opera una esclusione di tipo oggettivo per i contributi iscritti a ruolo “a seguito di accertamento”, che rappresentano la quasi totalità delle somme iscritte a ruolo da Cassa Forense. Gli orientamenti interpretativi seguiti dalla Cassa sono stati, al momento, recepiti sia dall’Agenzia delle Entrate riscossione sia dalla primissima giurisprudenza formatasi in materia.

La spesa complessiva per l’Assistenza effettivamente sostenuta  dalla Cassa nel 2018, esclusa l’indennità di maternità, ammonta a circa 63 milioni di euro.

Le voci che hanno maggiormente contribuito a tale spesa sono la polizza sanitaria (circa 20 milioni di euro), le  prestazioni  a sostegno  della  professione  (€ 26.019.744) e le  prestazioni  a sostegno  della  famiglia (€

7.054.853).

La spesa per maternità, viceversa, autonomamente finanziata mediante l’apposito contributo, ammonta, per il 2018, a circa 27 milioni di euro, con un decremento rispetto al 2017 (-10% circa).

 

 

Vanno anche segnalati, con soddisfazione, i numerosi bandi a sostegno dell’Avvocatura, annualmente varati da Cassa Forense in attuazione del nuovo regolamento per l’Assistenza e che hanno riscosso un sempre maggior gradimento da parte degli iscritti.

I bandi 2018, che hanno visto la presentazione di oltre 14.000 domande, sono stati i seguenti:

-     Bando n. 1/2018 per l’assegnazione di borse di studio in favore di orfani (art. 6 lett. c Reg. Ass.za)

-     Bando n. 2/2018 per l’assegnazione di borse di studio in favore di studenti universitari figli di iscritti alla Cassa (art. 6 lett. d Reg. Ass.za)

-     Bando n. 3/2018 per l’assegnazione di contributi per figli nati, adottati o affidati nell’anno 2018 (art.

6 lett. e Reg. Ass.za)

-     Bando n. 4/2018 per l’assegnazione di contributi in favore di iscritti con figli al 1° anno della scuola secondaria superiore (Art. 6 lett. e Reg. Ass.za)

-     Bando n. 5/2018 per l’assegnazione di contributi per famiglie numerose (art. 6 lett. e Reg. Ass.za)

-     Bando n. 6/2018 per l’assegnazione di contributi per famiglie monogenitoriali (art. 6 lett. e Reg.

Ass.za)

-     Bando n. 7/2018 per l’assegnazione di contributi per spese di ospitalità (art. 10 lett. f Reg. Ass.za)

-     Bando n.8/2018 per l’assegnazione di contributi in favore di iscritti con figli in asilo nido e /o scuole materne (art. 14 lett. a7 Reg. Ass.za)

-     Bando n. 9/2018 per l’assegnazione di contributi per l’acquisto di nuovi strumenti informatici (art. 14

lett. a7 Reg. Ass.za)

-     Bando n.10/2018 per l’assegnazione di borse di studio per l’acquisizione di specifiche competenze professionali (art. 14 lett. b3 Reg. Ass.za)

 

-     Bando n. 11/2018 per l’assegnazione di borse di studio per l’acquisizione del titolo di cassazionista

(art. 14 lett. b3 Reg. Ass.za)

-     Bando n. 12/2018 per l’assegnazione di contributi per la concessione di mutui ipotecari per l’acquisto di prima casa o studio professionale (art. 14 lett. a5 Reg. Ass.za)

-     Premio “Marco Ubertini” (art. 14 lett. b1 Reg. Ass.za)

-     Bando prestiti iscritti under 35 (art. 14 lett. a4 Reg. Ass.za)

Da ultimo vanno ricordati gli interventi disposti dall’Ente per gli avvocati residenti o esercenti nei Comuni dell’isola di Ischia colpiti dal sisma del 21 agosto 2017, sia per quanto riguarda la sospensione dei termini per i versamenti previdenziali sia per quanto riguarda l’erogazione di specifici provvedimenti assistenziali.

 

 

Il 2018 è stato caratterizzato da importanti novità sul piano legislativo e regolamentare che incideranno, in positivo o in negativo, sulla gestione previdenziale dei prossimi anni e che meritano di essere segnalati. Vanno innanzitutto ricordate le novità introdotte dal 1° gennaio 2018 dalla legge di Stabilità 2018 (L. 27 dicembre 2017 n. 205), che sancisce alcuni principi fondamentali per le Casse dei professionisti e per il mondo delle professioni in generale. Innanzitutto la tutela degli investimenti delle Casse previdenziali, che sono sottratti  dalla  disciplina del  bail-in:  il comma  182 dell’art.  1 espressamente stabilisce  che i valori  e le disponibilità conferiti in gestitone dalle associazioni e dalle fondazioni di cui al D. Lgs. N. 509/94, compresi quelle  di cui al D. Lgs. N. 103/96, costituiscono in ogni caso patrimonio separato  e non possono essere distratti dal fine al quale sono destinati, né formare oggetto di esecuzione da parte dei creditori dei gestori o di loro rappresentanti. Poi, finalmente, l’esclusione degli Enti di previdenza privati, sia pure a decorrere dal

2020, dalle norme di contenimento delle spese, la cosiddetta spending review, fissate per le amministrazioni pubbliche inserite nel conto economico consolidato e individuate dall’Istat (prevista al comma 183 dell’art. 1 della legge di bilancio).

Particolare rilievo merita, infine, l’art. 1 comma 433 della legge 27-12-2017 n. 205 (legge di Stabilità 2018) che disciplina  gli aspetti previdenziali delle nuove “società tra avvocati” prevedendo  espressamente l’applicazione in fattura  del contributo integrativo del 4% a favore di Cassa Forense. La norma prevedeva anche  l’adozione da parte  di Cassa Forense di autonome  norme  regolamentari per disciplinare termini, modalità dichiarative e di riscossione nonché le eventuali sanzioni applicabili. Il regolamento di cui trattasi è stato deliberato dal Comitato dei Delegati nella seduta del 24 novembre 2018 ed è in corso di approvazione Ministeriale.

Per quanto riguarda l’attività regolamentare di Cassa Forense, oltre a quanto già evidenziato, va sottolineata l’importante modifica regolamentare deliberata dal Comitato dei Delegati in data 29 settembre 2017 che ha inteso abolire temporaneamente il contributo minimo integrativo per il quinquennio 2018/2022. Ciò fermo restando  il  pagamento  del contributo integrativo nella misura del 4% dell’effettivo volume d’affari IVA dichiarato al fisco e ripetibile nei confronti del cliente.

La misura, molto attesa dalla categoria in quanto finalizzata a contenere  la difficoltà nella quali si trova una parte dell’Avvocatura e, segnatamente, i giovani e le donne, comporta comunque, come già evidenziato, una diminuzione di gettito contributivo per Cassa Forense, molto evidente per il 2018, primo anno di applicazione, e più contenuto per gli anni successivi grazie all’aumento del gettito atteso in sede di autoliquidazione.

Un cenno meritano anche alcune delibere a carattere regolatorio, approvate dal Consiglio di Amministrazione in tema di aggiornamento della trasparenza  (Consiglio di Amministrazione dell’8 novembre 2018), aggiornamento del modello  di organizzazione, gestione e  controllo ex D. Lgs. 231/2001 (Consiglio  di Amministrazione del 6 dicembre 2018), aggiornamento delle Linee guida modalità di accesso agli atti e di accesso civico (Consiglio di Amministrazione dell’8 novembre 2018).

 

Si segnala, infine, che con delibera del Consiglio di Amministrazione in data  12 aprile 2018, l’Ente si è adeguato  alla disciplina del nuovo Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (GDPR-UE 2016/679) precedendo anche alla nomina del responsabile della protezione dei dati.

Da un punto di vista del patrimonio mobiliare oltre alla gestione degli investimenti in acquisto e vendita,

coerenti con l’asset allocation deliberata dal CDD sulla base del modello ALM proposta dall’Advisor, nel 2018 si sono introdotte operazioni finanziarie innovative per l’Ente, quali:

         aderire alla Business Combination della SPAC Innova Italy I che si è trasformata  per fusione nella

società Fine Food & Farmaceuticals SpA, azienda leader in Italia nel settore  dello sviluppo e nella produzione in conto terzi di forme orali solide destinate all’industria farmaceutica e nutraceutica.

 

    acquistare le quote  del Fondo F2i Terzo fondo dall’Ente Nazionale di Previdenza e Assistenza dei Farmacisti, che aveva manifestato la volontà di uscire dall’investimento, effettuando  per la prima volta un’operazione sul mercato secondario del private market.  Le motivazioni che hanno spinto il board di Cassa Forense ad effettuare  l’operazione e quindi ad incrementare la quota nel fondo in cui già era presente con un investimento di 150 milioni di euro, in termini di commitment, sono di diversa natura:  da  un  lato la conoscenza  relativamente alla  competenza  professionale del gestore  ha consentito di incrementare l’investimento in un settore  strategico come quello delle infrastrutture italiane a condizioni favorevoli, dall’altro l’importanza di collaborare con un altro Ente Previdenziale, che ha manifestato l’intenzione di dismettere il proprio investimento nel fondo per motivazioni di tipo strategico, ha contribuito ad alimentare un clima di maggiore collaborazione tra le due Casse.

 

    acquistare una partecipazione nella Società di Gestione del Risparmio F2i SGR SpA, che ha implicato la presentazione della documentazione necessaria alle approvazioni in Banca d’Italia e l’attivazione delle procedure inerenti. L’opportunità è stata presentata a Cassa Forense dalla stessa SGR nell’ambito di una riorganizzazione dell’assetto azionario, che risponde alla volontà di far entrare  a far parte  della più grande  società di gestione di fondi infrastrutturali italiani, due  rilevanti enti pensionistici italiani, Cassa Forense e ENPAM. F2i SGR SpA nasce nel gennaio 2007 su iniziativa di Cassa Depositi e Prestiti, che ne detiene il 14%, con un progetto  condiviso tra primari investitori nazionali ed internazionali. In particolare, tra i principali  investitori disposti a cedere  parte  delle proprie azioni ci sono le due principali banche italiane Unicredit e Intesa San Paolo che attualmente detengono  il 14% ciascuna. Altre due Casse di Previdenza, Inarcassa e Cassa Geometri sono già azioniste rispettivamente con il 6,33% e il 5,04%. Vi sono poi investitori stranieri per un totale del

20,72% e infine le fondazioni bancarie. Allo stato  dell’arte, Cassa Forense è ancora in attesa  del provvedimento autorizzativo da Banca d’Italia.

 

Un aspetto di governance importante che influenzerà e arricchirà il processo d’investimento riguarda l’analisi sull’introduzione dei principi  ESG1 e l’integrazione degli stessi nel modello di selezione degli investimenti. L’analisi porta  con sé la proposta  di iscrizione  ai PRI2 dell’ONU, vista non come il punto  di arrivo, ma di partenza  per la costruzione di un sistema di investimenti sostenibili.L’orientamento verso questo  nuovo modello “socialmente responsabile”, ha portato, in chiusura d’anno alla selezione del fondo chiuso Partners Group LIFE (“PG  LIFE”), (40 milioni di euro) fondo internazionale di private equity unico nel suo genere, che si propone di costruire un portafoglio di private markets rappresentato da aziende ed asset che abbiano un modello di business orientato a supportare  il  raggiungimento dei 17 Obiettivi  di Sviluppo Sostenibile (Sustainable Development Goals o SDGs) definiti nel 2015 dalle Nazioni Unite, al fine di contribuire allo

sviluppo globale, promuovere  il benessere  umano e proteggere  l'ambiente. Allo stato attuale PG LIFE può

 

 

1 ESG: Environmental Social e Governance principi stabiliti  dalle Nazioni Unite al fine della realizzazione di investimenti sostenibili.

2 PRI: Principles for Responsible Investment è un’organizzazione di investitori  internazionali che mira alla diffusione  dei principi. Nell'attuazione dei

Principi, i firmatari  contribuiscono allo sviluppo  di un sistema finanziario  globale  più sostenibile.

 

essere considerato il first mover sul mercato internazionale nel perseguire strategie interamente focalizzate sugli investimenti in aziende in grado di dimostrare un impatto sociale positivo e misurabile attraverso  il monitoraggio degli United Nations Sustainable Development Goals.

 

Attuale composizione Asset Allocation Strategica (a valori contabili)

Al fine di esercitare, al massimo livello possibile, la funzione di monitoraggio sull’attività svolta dai gestori dei fondi alternativi, Cassa Forense cerca sempre di avere una rappresentanza nei Comitati Consultivi (advisory board). Ad oggi Cassa Forense è presente  in 41 Advisory Board con i suoi rappresentanti.

Nel corso del 2018 il portafoglio di Cassa Forense ha registrato una performance  finanziaria negativa pari a 2,62% con una volatilità da inizio anno pari al 4,14% e VAR al 95% a 1 mese pari a 2,38%, mentre ha registrato un rendimento contabile del 2,85%.

L’esposizione al rischio di cambio è complessivamente pari a circa  il 21% costituita principalmente da rischio dollaro.

Per quanto  riguarda la componente  obbligazionaria liquida del portafoglio, la duration (modified duration) è pari a circa 6 anni e un rendimento a scadenza del 2,5% e un rating medio BBB dovuto principalmente alla componente  in titoli di Stato Italiani.

 

L’esposizione al rischio paese è di circa il 50% Italia per il comparto obbligazionario, dovuta in particolare alla componente  obbligazionaria governativa, e circa  il 48% Italia per il comparto  azionario, dovuta principalmente alle partecipazioni strategiche in società italiane quotate.

Per ripercorrere in sintesi le principali attività che, oltre a quanto sopra detto, hanno coivolto le altre

aree dell’Ente è opportuno  tenere  presente  che la Cassa è stata internamente coinvolta in tantissimi progetti come ad esempio su:

         Informatica: l’efficientamento dei sistemi informatici interni dell’Ente ha rappresentato un obiettivo

essenziale perseguito dal Consiglio di Amministrazione anche nel 2018, nell’ambito di un progetto pluriennale di intervento che consenta di risolvere in modo strutturale le problematiche riscontrate. Il progetto complessivo, preceduto da un’accurata due-diligence da parte di una società esterna, ha come nucleo principale quello della sostituzione del sistema gestionale dell’area istituzionale (SISFOR), ormai obsoleto e giunto, tecnicamente, ad una fase di “fine vita”, con una nuova piattaforma tecnologica più moderna, veloce ed affidabile. In questo contesto di grosso impegno sul nuovo progetto tecnologico, va anche segnalata una nuova importante applicazione messa a punto dall’ufficio informatico interno che sarà  di grande  utilità nel prossimo futuro  costituita dal c.d. “Portale delle convenzioni” con accesso dal menu principale del sito di Cassa Forense che riorganizza in modo più efficiente le numerose  convenzioni in essere, garantendone una migliore fruibilità da parte degli iscritti. Va segnalato che, nel novembre 2017, su espresso invito del Collegio Sindacale, il Consiglio di Amministrazione ha avviato un progetto  specifico per dotare  l’Ente di un inventario. Recentemente è stato acquistato, tramite CONSIP, il software necessario all’identificazione di tutti i beni mobili di valore superiore a un determinato importo, a partire da quelli non completamente ammortizzati. Il Consiglio  di Amministrazione ha, inoltre, approvato  (delibera del 10/05/2018) un documento relativo alle linee guida da seguire per i consegnatari dei beni.

    Organizzazione: è stato effettuato l’aggiornamento della “Carta dei Servizi”, deliberata dal Consiglio di Amministrazione nella seduta del 13 dicembre 2017, che, consente agli iscritti di conoscere i tempi standard  di lavorazione delle principali istruttorie previdenziali e  assistenziali per  l’anno 2018, ulteriormente ridotti rispetto al 2017, cui gli uffici devono attenersi. Si tratta  di una innovazione, operativa dal 1° marzo 2017, e annualmente ampliata nei contenuti, fortemente voluta dal Consiglio di Amministrazione e che si sta rivelando molto utile, soprattutto nella prospettiva dell’auspicato salto di qualità nelle tecnologie dell’Ente. Al riguardo si segnala che, con delibera del 20 dicembre

2018, la Carta Servizi è stata ampliata, per il 2019, ad ulteriori istruttorie e, laddove possibile, sulla base del monitoraggio effettuato, i tempi di alcune attività sono stati ulteriormente ridotti.

    Call center: si ricorderà che a fine 2017, al termine di una gara europea particolarmente partecipata, è stato sottoscritto il contratto  con la società E-Care portando  così a termine l’annunciata esternalizzazione parziale. Tale società, dopo la necessaria fase di addestramento del personale, ha avviato il  nuovo  servizio a partire dal 1° marzo 2018. Il servizio  ha  caratteristiche fortemente innovative rispetto al passato e si articola su vari canali attraverso i quali l’iscritto può interagire con la Cassa sfruttando al massimo le nuove tecnologie. Anche gli orari di apertura sono stati fortemente ampliati, dalle 8 alle 21 nei giorni feriali e dalle 8 alle 13 il sabato. Di particolare interesse i nuovi strumenti introdotti di Call me back (possibilità per l’utente di prenotare una chiamata telefonica da parte di un operatore qualora l’attesa si protragga per oltre due minuti) e di Chat con operatore. In particolare questo servizio innovativo consente di entrare  in contatto  via chat direttamente con un operatore mediante l’apposita funzione inserita nella sezione di “accesso riservato” del sito Internet di Cassa Forense, offrendo, così, un’assistenza dedicata agli iscritti durante  la navigazione sul sito. Dopo i primi dieci mesi di effettiva operatività si può dire che il nuovo Information Center, nella sua innovativa e più completa articolazione, anche di orario, ha migliorato significativamente il livello del

 

servizio in termini di bacino di utenza e di tempestività nelle risposte mantenendo, nel contempo, un buon livello di qualità, attestata anche dal report  sull’attività di “customer satisfation” avviata, a campione, nel mese di dicembre 2018. A partire dal 18 marzo 2019 il servizio  verrà ulteriormente implementato con il canale WhatsApp, in anteprima assoluta rispetto a tutti gli Enti di previdenza italiani.

    Analisi processi aziendali: la governance di Cassa Forense ha deciso di avviare nel 2018 un progetto inclusivo anche dei carichi di lavoro, al fine di procedere  ad un allineamento dell’organizzazione del lavoro, soprattutto in relazione ai cambiamenti organizzativi avvenuti nel periodo 2016-2018 e agli effetti originati dagli stessi. In considerazione degli impatti organizzativi e data l’oggettiva complessità della materia, ad oggi sono  in corso attività di valutazione e di scelta della nuova struttura  organizzativa che Cassa Forense intenderà adottare per il futuro.

    Politica del personale:  particolare attenzione è stata dedicata, dal Consiglio di Amministrazione e dalla Direzione Generale, alla politica di gestione del personale attraverso  una  serie di misure adottate tendenti a migliorare l’efficienza degli uffici e premiare la meritocrazia. Con delibera del 10 gennaio 2018 è stato  approvato  e poi sottoscritto il rinnovo biennale del Contratto Integrativo Aziendale con revisione del sistema premiale (PAR), legato a precisi obiettivi di produttività e senza incremento di costi per l’Ente salvo il consolidamento del Piano Welfare aziendale, già avviato a fine

  1. 2014. Questa tematica, di assoluta attualità, introdotta in Cassa Forense nell’ottica di una nuova politica di gestione delle risorse umane, tende ad offrire servizi che rientrano nell’ambito delle politiche finalizzate a incentivare l’apporto del personale ai risultati aziendali, con risparmi fiscali e previdenziali per  il  lavoratore e per  l’Ente. L’implementazione del sistema di welfare aziendale configura, tra l’altro, lo sviluppo delle relazioni industriali tra le parti, elevando Cassa Forense ad un modello di organizzazione aziendale con particolare attenzione alle problematiche sociali dei lavoratori, alla disincentivazione di fenomeni di assenteismo, alle tematiche di conciliazione tra lavoro e famiglia.

         Salute e sicurezza sul lavoro: in applicazione di quanto previsto dal D. Lgs. 81/08, cosiddetto “Testo

Unico in materia di salute e sicurezza del Lavoro”, che impone al datore di lavoro di valutare “tutti i rischi” e riportare tale valutazione nel DVR, documento di valutazione dei rischi aziendali, inclusa la valutazione del rischio da stress da lavoro correlato, come previsto dall’art. 28 comma 1 del Decreto stesso,  Cassa Forense, nel corso  del 2018,  ha  avviato e  concluso un  progetto  finalizzato  alla effettuazione di una valutazione approfondita del rischio SLC. I risultati della valutazione, riportati nel Documento di Valutazione dei Rischi, non hanno rilevato criticità e sono stati comunicati, non appena resi noti, agli RSPP, al Sindacato, al management aziendale e a tutto il personale.

    Acquisti: è proseguita la politica di trasparenza  e controllo della spesa, attuata tramite le attività di indagine di mercato  e di selezione, secondo  le procedure  previste dal Codice degli Appalti per identificare i fornitori più convenienti senza penalizzare il livello di qualità dei servizi/forniture/lavori. Nel corso del 2018 la materia degli acquisti è stata  affrontata  anche in sede AdEPP, nell’ambito dell’ambizioso progetto  WISE. Dopo una lunga fase istruttoria è stato  approvato  un progetto  per l’acquisizione di una  piattaforma informatica comune  per  ottenere, in prospettiva futura,  delle sinergie fra Casse tendenti a economie di scala, semplificazione e velocizzazioni delle procedure, fruibilità di un Albo fornitori più ampio e conseguenti riduzioni di spese. L’Albo fornitori AdEPP è già in  uso,  in  via ordinaria per  le gare  svolte dall’Ente. In linea con le previsioni  normative e  le raccomandazioni ministeriali si segnala, infine, un sempre più massiccio ricorso alle convenzioni e agli accordi quadro stipulati in sede CONSIP, laddove si ravvedano margini di risparmio effettivi per l’Ente.

 

    Progetto  Comunicazione: grandi  energie sono state  dedicate dal Consiglio di Amministrazione a potenziare, in modo moderno ed efficace, i sistemi di comunicazione interna ed esterna dell’Ente. La pagina facebook dell’Ente, attiva da settembre 2017, è sempre più conosciuta ed apprezzata dagli iscritti e fornisce aggiornamenti ed informazioni mediate uno dei canali social più diffusi a livello mondiale. La novità più rilevante del 2018 in tema di comunicazione è costituita dalla evoluzione del periodico CFnews con una nuova veste grafica e una integrazione con il sito di Cassa Forense. Le motivazioni  che  hanno  portato  il  Comitato di  redazione e  il Consiglio  di  Amministrazione ad apportare  le modifiche sono:  una migliore usabilità e consultazione da dispositivo mobile, una maggiore divulgazione della rivista supportando  i canali  di comunicazione ordinari in un’ottica di “multicanalità”, la creazione di una  community di lettori di “qualità” veramente  interessati ai contenuti della nuova  rivista.  Di conseguenza  la  newsletter a  partire dal 2019,  non  avrà  più periodicità mensile, ma sarà diffusa tramite il sito della Cassa Forense ed il nuovo dominio CFnews.it con periodicità plurisettimanale e gli articoli di nuova pubblicazione saranno inseriti di volta in volta nel portale. Con un protocollo d’intesa con il CNF si è avviato anche un percorso di formazione a distanza per fornire agli iscritti delle pillole informative su varie materie previdenziali mediante video da realizzare internamente, con la web TV.

         Il Bilancio Sociale: elaborata e approvata dal Consiglio di Amministrazione la seconda edizione del

bilancio sociale dell’Ente, alla data del 31/12/2017. Il documento, particolarmente arricchito rispetto all’edizione al 31/12/2015, rispetta le quattro sezioni obbligatorie e precisamente l’identità aziendale, la performance  economica, la distribuzione del valore aggiunto e relazione sociale e la carta degli impegni. Il risultato che ne consegue è un documento piuttosto voluminoso, denso di dati statistici e di curiosità che, oltre a riclassificare in modo più leggibile alcuni dati contabili già presenti nel bilancio di esercizio, dà un’idea della complessità delle attività dell’Ente, del livello di assistenza garantito agli iscritti e dell’evoluzione, anche storica, che Cassa Forense ha subito dalla sua istituzione ad oggi. All’interno della sezione identità aziendale viene illustrato il progetto  VERA, acronimo di valori umani, empatia, relazione comunicativa credibile e aiuto, inteso come giovamento, progetto che delinea quelli che rappresentano i principi  di responsabilità sociale adottati nell’ambito del Consiglio di Amministrazione e del Comitato dei Delegati. Per quanto  riguarda la performance economica, di  particolare rilievo  è  il  dato  relativo al contributo soggettivo dovuto  a titolo di solidarietà, valore di natura  extra contabile, piuttosto complesso, mai elaborato e pubblicato in precedenza.

         Contenzioso: la specialità della  categoria  professionale  assicurata  e la complessità della materia

previdenziale alimentano un notevole livello di Contenzioso sia amministrativo sia giudiziario da parte degli iscritti nei confronti dell’Ente, soprattutto a seguito dell’entrata in vigore del Regolamento ex  art.  21,  commi  8  e  9,  l.  247/2012  e  dell’iscrizione  a  ruolo  dei  contributi  non  pagati spontaneamente. Il numero delle cause istituzionali pendenti, è aumentato di circa il 2,7% rispetto al 2017 (da 4.692 a 4.819 al 31/12/2018), nonostante una riduzione dei giudizi in materia previdenziale sorti in corso d’anno (passati da 1.796 del 2017 a 1.526 del 2018), e il costante impegno del Consiglio di Amministrazione e della Commissione Contenzioso, appositamente costituita, a trovare  soluzioni conciliative  che,  comunque,  salvaguardino i principi   generali della Previdenza Forense e  l’integrità dei crediti dell’Ente. Si  spera  che  un’effettiva riduzione possa  conseguire all’effetto deflattivo determinato nel corso del 2018 dai provvedimenti legislativi in materia di rottamazione delle cartelle (rottamazione bis e ter) che dovrà produrre  effetti sul contenzioso in essere nel corso del 2019. Si fa, inoltre, presente  che nel 2018 sono state  emesse  sia dalla Corte Costituzionale che dalla Suprema Corte importanti sentenze  che hanno nuovamente  confermato  i

 

principi già espressi in precedenza  in ordine all’autonomia regolamentare che caratterizza gli enti previdenziali privatizzati (cfr. Corte Costituzionale n.67/2018 e Corte di Cassazione n.3461/2018).

 

 

Mentre per la lettura del Bilancio Sociale si rimanda al sito dell’Ente all’indirizzo:

http://www.cassaforense.it/media/7702/bilancio-sociale-2017-cf.pdf

prima di chiudere la breve disamina del bilancio consuntivo, avendo richiamato in apertura anche il bilancio tecnico è  opportuno  segnalare alcuni confronti che  storicamente vengono  effettuati nelle tabelle che seguono, ovvero:

      il confronto delle risultanze dei bilanci consuntivi 2017 e 2018 con le poste del bilancio tecnico redatto al 31.12.2014;

      per  il  solo  anno  2018 anche  il  confronto  dei  dati  consuntivi  con le  poste  del  bilancio tecnico  al

31.12.2017

 

 

(dati in migliaia di euro)

 

Oneri pensionistici

 

 

Anno

Bilancio Tecnico al    Bilancio Tecnico al           Bilancio

Diff. %         Diff. %

31/12/2014               31/12/2017              consuntivo

A)                              B)                             C)                       (C-A)               (C-B)

2017

803.595                                                       802.065             -0,19%

2018

829.015                     837.171                    820.202             -1,06%         -2,03%

 

 

Gli oneri pensionistici rilevati contabilmente da Cassa Forense nel corso dell’anno 2018 risultano inferiori del

2,03% rispetto a quanto  previsto dal bilancio tecnico al 31/12/2017 (pari a circa 17 milioni di euro). La differenza rilevata è  imputabile agli  oneri pensionistici dei trattamenti previdenziali  (in particolare di vecchiaia) che, nel bilancio tecnico, decorrono esattamente nell’anno in cui sono raggiunti i requisiti minimi di pensionamento senza possibilità di posticiparne la liquidazione, con pagamento  di arretrati, come può invece avvenire nella realtà di Cassa Forense. Tale ipotesi operativa del bilancio tecnico comporta  la sovrastima del numero  di nuovi trattamenti il cui  onere  verrà compensato  dalla spesa  per  arretrati di pensione, erogati nell’anno ma riferiti a trattamenti con decorrenze negli anni precedenti, contabilizzata nel bilancio consuntivo ma non nel bilancio tecnico.

 

(dati in migliaia di euro)

 

Entrate contributive (*)

 

 

Anno

Bilancio Tecnico al    Bilancio Tecnico       Valori di

Diff. %         Diff. %

31/12/2014           al 31/12/2017         Bilancio

A)                            B)                       C)                   (C-A)               (C-B)

2017 consuntivo

1.651.701                                           1.648.747        -0,18%

2018 consuntivo

1.710.983                1.719.304           1.595.743         -6,74           -7,19%

 

(*) Esclusa sanatoria e condoni e i contributi per maternità.

 

 

Discorso più dettagliato va fatto quest’anno per il confronto tra entrate  contributive.

 

Il valore delle entrate  contributive registrate nel bilancio consuntivo 2018 è inferiore alle previsioni attuariali del  7,74% pari  a  circa  124  milioni  di  euro.  La  rilevante  differenza  mai  registrata  prima  è  dovuta essenzialmente al mancato incasso dei contributi minimi integrativi da parte di Cassa Forense per l’anno 2018 a seguito del provvedimento di sospensione approvato  dal ministero vigilante con comunicazione dell’11 aprile 2018. La quota  di contributo integrativo, comunque  “dovuta” dagli iscritti in presenza  di fatturato soggetto al minimo, verrà incassata da Cassa Forense nell’anno 2019. Nel bilancio tecnico invece, in virtù del fatto  che  le  poste  contributive  osservano  la  coincidenza  tra  produzione  del  reddito  e  versamento contributivo, l’incasso di quanto “dovuto” a titolo di contributo integrativo avviene interamente nell’anno

2018, pur tenendo  conto dell’assenza del minimo contributivo (si ricorda infatti che nel bilancio tecnico si assume per definizione che i contributi siano incassati nel medesimo anno di competenza di produzione del reddito).

 

 

(dati in migliaia di euro)

 

Entrate patrimoniali

 

 

Anno

Bilancio Tecnico al    Bilancio Tecnico       Valori di

Diff. %         Diff. %

31/12/2014           al 31/12/2017         Bilancio

A)                            B)                       C)                   (C-A)               (C-B)

2017 consuntivo

193.818                                              281.747          45,37

2018 consuntivo

265.907                   178.552              282.579           6,27           58,26%

 

 

Le entrate  patrimoniali di bilancio 2018 risultano superiori a quanto previsto dal bilancio tecnico di circa 104 milioni di euro (pari al 58,26%). La differenza dipende essenzialmente dallo scostamento  del tasso medio di rendimento utilizzato nel bilancio tecnico, pari all’1% reale, e la redditività media effettivamente ottenuta da Cassa Forense attraverso l’impiego delle risorse.

 

 

(dati in migliaia di euro)

 

Patrimonio Netto

 

 

Anno

Bilancio Tecnico al    Bilancio Tecnico       Valori di

Diff. %         Diff. %

31/12/2014           al 31/12/2017         Bilancio

A)                            B)                       C)                   (C-A)               (C-B)

2017 consuntivo

10.636.261                                         11.159.531        4,92%

2018 consuntivo

11.685.329              12.118.751         11.894.212        1,79%         -1,85%

 

Il patrimonio netto di bilancio consuntivo al 31/12/2018 risulta inferiore a quanto previsto dal bilancio tecnico per 224 milioni di euro circa. Tale differenza è imputabile, in parte al maggior incasso di contributi integrativi ipotizzato nel bilancio tecnico, in parte  ad un incremento dei valori posti a riserva nel bilancio civilistico, nonché  allo scostamento  tra  tasso  di  rendimento stimato e  soggetto  a  vincoli  ministeriali e  tasso  di rendimento effettivamente ottenuto.

 

 

L’attività dell’Ente, come palesato anche  nella breve  esposizione, è estremamente complessa nelle sue diverse sfaccettature ed anche i volumi  gestiti risultano estremamente significativi come evidenziato anche a livello finanziario nel “Rendiconto Finanziario” (basti vedere le disponibilità liquide al 31.12.2018 pari a 787

 

milioni di euro) e ciò che , al di là di tutto quanto sopra detto, conferma ulteriormente, da un’altra prospettiva (ossia quella attuariale) l’andamento positivo  dello stato di salute dell’Ente è il trend del “Funding Ratio” esposto nel “Piano degli indicatori” che nel triennio è passato da 28.7% a 32.6% per attestarsi al 34% nel

2018.

 

 

Per ogni ulteriore approfondimento si rimette alla lettura del Bilancio pubblicato sul sito della Cassa.