Le esperienze di un amministratore della Cassa Forense: intervista all’Avv. Immacolata Troianiello
1/2019 GENNAIO - APRILE
L’ avv. Immacolata Troianiello, Titti per gli amici, dopo tre mandati in Cassa Forense ed essere stata nel CDA, lascia l’ Ente per ritornare al suo Ordine di Napoli. Un lungo periodo durante il quale molti cambiamenti si sono verificati nell’ avvocatura.
Ti vorrei chiedere per prima cosa come è cambiata la Cassa in questi anni in cui sei stata prima delegata e poi consigliera
La storia della mia permanenza in Cassa Forense coincide, casualmente, con un ‘ epoca davvero speciale per l’ Ente previdenziale degli avvocati.
Raccontare questo pezzetto di storia è importante per focalizzare i grandi cambiamenti che, una volta avvenuti, sembrano acquisiti ed esistenti da sempre… dimenticando tutto il difficile percorso effettuato per il raggiungimento del risultato.
Nel 2004 ero una delle sole 5 avvocate elette e tuttavia c’era, mi piace sottolinearlo, una vicepresidente donna, Anna Alberti.
In apparenza nessun distinguo tra donne ed uomini, con un presidente molto attento a rispettare le diversità, Maurizio De Tilla, grande stratega ed uomo propenso alla modernizzazione della Cassa.
Considera che l’ elezione come delegato in quel periodo non era particolarmente interessante o ambita in quanto per i colleghi la Cassa era ritenuta semplicemente un Ente a cui versare un contributo economico, rispettando le scadenze fisse; all’ epoca infatti i redditi professionali erano ben maggiori ed i colleghi ritenevano l’ ente di previdenza e la pensione, che avrebbero ricevuto, come una semplice aggiunta agli introiti della professione.
Il tuo primo ricordo da delegato, ed il tuo impegno
Fui inserita in una commissione che aveva come obiettivo un grande progetto, la costituzione di una mutua autonoma, propria di Cassa Forense, progetto mai abbandonato e che tutt’oggi è al vaglio di tecnici e delegati per individuare la possibile attuazione magari allargando la composizione alle Cassa componenti dell’ ADEPP
Accanto al lavoro in commissione vi era l’ impegno nel Comitato, la prima problematica che all’ epoca esaminai, in occasione della modifica del regolamento per la disciplina delle sanzioni, riguardava la misura degli importi dovuti dagli avvocati in caso di omessi versamenti oppure di omesse comunicazioni. Il regolamento che fu approvato negli anni 2007/2008 modificò l’approccio alla sanzioni che fino ad allora era stato predominante in Cassa. L’ obiettivo del regolamento era infatti mitigare il precedente, riducendo e semplificando il modello sanzionatorio ed in tale ottica pensai alla palese disparità di situazione dell’ avvocato che appurava di non aver inviato il mod 5 e voleva rimediare rispetto a chi invece, pur consapevole, non era intenzionato ad adempiere al proprio obbligo.
Cosi immaginai la possibilità di creare un istituto che riducesse le sanzioni correlate al mancato invio, se vi fosse stato un adempimento spontaneo..il c.d.”ravvedimento operoso”
Proposi un emendamento in tal senso che alla fine venne accolto e cosi la Cassa Forense introdusse un nuovo istituto…
Adesso veniamo al tuo secondo mandato
Mi aveva sempre animato una grande passione per la tutela e l’ equilibrio di genere, tanto è vero che a Napoli ero stata una delle firmatarie per la creazione della commissione pari opportunità del COA.
In CF fino ad allora era un argomento marginale e non pertinente, ma con la presidenza di Ubertini si decise di creare una commissione pari opportunità ed indicarmi quale coordinatore.
Con la commissione si è lavorato alacremente a molteplici progetti alcuni dei quali ancora attualissimi,
Si tentò, ad esempio, di avere un’ interlocuzione con i ministeri competenti per chiedere la defiscalizzazione del contributo di maternità, ancora oggi uno dei temi più ricorrenti nell’ ambito della tutela delle donne libere professioniste e lavoratrici.
La Commissione cercò di capire se CF poteva intervenire a tutela degli avvocati iscritti ( magari inconsapevolmente) alla Gestione Separata con audizione dei responsabili della stessa, dalla quale emerse con chiarezza l’impossibilità della ricongiunzione ( dei versamenti effettuati alla Gestione separata con quelli versati in CF), legata ad un passaggio normativo che ostava all’ applicazione dell’ istituto. Problema oggi superato con un intervento legislativo, la normativa sul cumulo.
Si immaginò la creazione di un supporto assistenziale per le avvocate in puerperio e post-parto, un “sostituto di udienza” che per un breve lasso di tempo potesse sollevare la neo mamma dagli impegni lavorativi. Tutti progetti che non trovarono realizzazione nonostante l’ impegno profuso ma che sono ritenuti oggi sempre di portata innovativa.
La Commissione intervenne anche sul regolamento elettorale proponendo un emendamento con il quale diveniva obbligatorio l’ equilibrio di genere nelle liste elettorali predisposte per il rinnovo dei delegati di CF.
Pur con mille difficoltà tecniche, legate al metodo”d’Hondt”, ed alle modalità di voto adottato da CF le c.d. “quote” vennero introdotte nelle liste elettorali. Il risultato relativo alle elezioni subito successive alla sua introduzione fu caratterizzato da un significativo aumento delle colleghe elette in Cassa Forense, passate da un numero di 5 nel 2004 all’ attuale 17 del 2019.
E’ stata un’ evoluzione naturale il passaggio da delegata a componente del Consiglio di amministrazione ?
Nel 2014 sono stata eletta nel CDA di Cassa Forense, presidente Nunzio Luciano, grazie alla forte intesa raggiunta con i colleghi delegati della Campania che ritennero di individuare in me un riferimento regionale, e grazie alla stima che tanti altri delegati vollero dimostrarmi.
Nell’ ambito delle attività consiliari ho partecipato, con mai sopito entusiasmo ed impegno, a varie commissioni e fui designata anche direttore dei contenuti del giornale “on line” di Cassa Forense, CFNews.
Nel periodo antecedente l’ introduzione dell’ obbligo di assicurazione obbligatoria per la r.c. professionale iniziai a partecipare a tavoli tecnici sulle modifiche legislative relative alla stessa. Ero nel frattempo diventata coordinatrice della commissione convenzioni con i colleghi R. Uzzau e G.Pignatiello , supportati dagli uffici preposti.
Con la commissione iniziammo ad esaminare tutte le proposte di convenzioni per le polizze R.C. professionale che giungevano e fu tale disamina a consentire di creare una base omogenea di garanzie e clausole.
La comparazione delle varie proposte, l’ eliminazione di clausole vessatorie e la rimodulazione della struttura stessa delle polizze che oggi sono proposte agli avvocati con premi molto contenuti rispetto al passato e garanzie estremamente più ampie, sono proprio il risultato di tutto lo studio effettuato e le valutazioni che ne sono derivate. La comparazione è visibile per gli utenti nel portale delle convenzioni,anche quest’ ultimo recentemente rinnovato su richiesta della nostra commissione.
Componente della commissione Welfare con i colleghi A.Seganti, G.La Rosa Monaco e Pignatiello con i quali lavorammo all’ applicazione del nuovo regolamento sull’assistenza, relativamente ai c.d Bandi.
La parte davvero innovativa del regolamento sull’ assistenza qual è stata?
L’ applicazione delle norme contenute nel nuovo regolamento sull’ assistenza ha richiesto un notevole sforzo interpretativo e creativo da parte del CdA e della commissione per riempire di contenuti concreti le norme regolamentari, in particolare lo scrivere la parte operativa dei bandi.
Reputo questo istituto il più innovativo che CF abbia creato negli ultimi decenni.
Finalmente l’assistenza viene interpretata come welfare attivo ovvero non più un semplice aiuto agli avvocati affetti da patologie.
Resta l’assistenza indennitaria prevista per gli avvocati che per quelle non possono svolgere la propria attività professionale per un lasso di tempo limitato ed le pensioni di inabilità o invalidità ovvero assistenza stabile agli avvocati che hanno conclamate difficoltà fisiche.
Si aggiunge l’ aiuto per le difficoltà legate alla vita familiare quali le famiglie numerose o monogenitoriali, i figli a scuola oppure all’ università, i familiari affetti da handicapp.