Augusto Conte, Sentenze memorabili Edizioni Grifo, 2021, pp. 208

1/2022 GENNAIO - APRILE

A cura di Leonardo Carbone

Per i tipi della Società Editrice Leccese, è in libreria l’ultima fatica di Augusto Conte, che da “palom- baro forense”, con abilità è riuscito a “trovare” sentenze, dalla cui lettura è possibile tracciare la storia dell’avvocatura, ma anche l’evoluzione della società in cui si esercita la professione forense.

Dall’excursus delle sentenze commentate si ha conferma che le sentenze, nel corso dei secoli, hanno ricevuto “condizionamenti”, in particolare allorquando è prevalsa la egemonia della politica sulla egemonia della giurisdizione, specialmente quando questa è sottratta al giudice ordinario per essere affidata a un organo speciale e straordinario, istituito all’occorrenza.

Senza dimenticare che le decisioni giurisprudenziali – soprattutto quelle pronunciate a conclusione di un processo penale, segnano la vita delle persone cui sono destinate, a volte mutandone il corso e soffocando l’aspirazione alla realizzazione di se stesse e dei propri principi.

Le sentenze “memorabili” pubblicate nel libro recensito, come si legge nella quarta di copertina, hanno molti punti in comune: alcune sono pronunciate da giudici speciali, altre sono fondate su fatti ritenuti reati da norme successive applicate retroattivamente; oppure sono finalizzate a combattere fenomeni sociali, rivoluzionari o reazionari; o valutano condotte di natura politica; oppure il processo, al termine del quale sono pronunciate viene sommariamente istruito e altrettanto sommariamente deciso; oppure sono sinteticamente motivate, in violazione della cultura giuridica che esige una compiuta spiegazione delle ragioni del convincimento dei decidenti nel fatto o in diritto; o sono carenti di prove documentali o dichiarative, o desunte dalla voce pubblica; oppure l’istruzione probatoria viene “orientata” verso una decisione ineluttabilmente già assunta; in alcune non vengono osservate norme procedimentali scritte o entrate nel patrimonio della cultura giuridica positiva e nel diritto naturale.

Destinatari di sentenze “memorabili” furono grandi personalità della Storia, poeti, patrioti, regnanti, pensatori, liberali, e persino gente umile dedita a qualche reato commesso per fame e trattato da rivoluzionario.

Delle persone “oggetto” dell’anomala applicazione della giustizia, nelle varie epoche, e trattate nel libro recensito, sono Dante Alighieri, poeta; Galileo Galilei, matematico e astronomo; Gioacchino Murat, Re di Napoli; Salvatore Morelli, liberale e deputato; Giuseppe Conte, contadino e “brigante”; Gaetano Bresci, anarchico; Cesare Battisti e Fabio Filzi, militari e patrioti; Ezio Riboldi, Avvocato; Alfredo De Marsico, Avvocato, Professore Universitario e Ministro di Grazie e giustizia.

La pubblicazione delle sentenze “memorabili” come si legge nella quarta di copertina “non solo soddisfano una esigenza storica di insieme sulla giurisdizione, ma spesso caratterizzano un’epoca di transizione ordina mentale, fornendo elementi utili, da parte dei giuristi agli storici, per ricomporre, per i significati che esprimono, gli eventi sui quali incidono, consentendo una operazione di destrutturazione e ristrutturazione degli eventi storici e giuridici”.

È un libro che non può mancare dalla biblioteca di ogni avvocati, ma soprattutto è un libro che ogni avvocato dovrebbe leggere.